Un’opera di Beethoven che non reca i segni di una imperiosa volontà ci sorprende e ci spiazza; è un po’il caso della Fantasia op.80, la quale pur appartenendo all’età suprema del sinfonismo e concertismo beethovenianc non presenta quello spiegamento di idee musicali scolpite e necessarie che ne convalida la vicenda morale più tipica. Se non scava nel profondo dell’uomo, riflette tuttavia il musicista nel suo tempo e nella sua società. Beethoven che con le sue opere stava modificando le abitudini di ascolto e creando il moderno concerto pubblico, con la Fantasia op.80 sembra ancora intrattenersi con l’Accademia musicale dell’epoca passata, fatta di composizioni diverse per impegno e organico, solistiche, vocali e strumentali, tenendo d’occhio con la varietà della rassegna anche la vivacità dell’intrattenimento. Curiosamente proprio questa disposizione spirituale più rilassata diventa propizia al sondaggio di qualche esperimento, di qualche accostamento inedito, e infatti quest’opera dal tono così conciliante e gradevole contiene pure un nucleo formale che troverà impiego e sviluppo in un’opera immane e cioè, come la critica ha più volte indicato, addirittura nella Nona Sinfonia “con Cori”
Pagina di prova
IN EVIDENZA
Notizie
- Altre notizie (186)
- Atti Interni e Incarichi (29)
- Bilanci (8)
- circolari (475)
- Concorsi (251)
- Contratto (19)
- Convenzioni (29)
- Cronaca (41)
- Curiosità (99)
- Dalla Politica (88)
- flash news (303)
- Giurisprudenza in Pillole (90)
- InEvidenza (148)
- Notizie dal Territorio (65)
- Riordino (24)
- Segreterie Provinciali (44)
- Ultimissime (659)
- Varie (57)